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Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/458

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queste cose basse, a poco a poco, può intendare Idio con queste cose naturali: riducendoti ne la mente chi l’ha fatte, vieni a considerare Idio. Si che per questa mente, che è una scala a salire a vita eterna, vi puoi intervenire1 co lo intelletto. Adamo fu il primo che co lo intelletto saliva a Dio, e da lui il potiamo avere tutti noi.

La siconda vita è la contemplativa, la quale, il suo sommo, il colmo de la perfezione è il cognoscimento de la gloria, dove, se ben comprendi le cose naturali riducendotele ne la mente, come hai udito, vieni a le cose spirituali, come ti mostra Pavolo scrivendo a Corinti al III capitolo. Gloriam domini speculantes a caritate ad claritatem.2 Colui che va speculando e contemplando la gloria di Dio va di lume in lume, di chiarità in chiarità; prima si chiamava uomo, e per lo sicondo si chiama figliuolo dell’uomo, chè cognosce per le prime cose basse e naturagli, le cose alte e divinali. E così cognoscendo, essendo nell’una e nell’altra vita, ne nasce una terza che participando disopra e qui, cioè a Dio et all’uomo, nasce una vita mista; saglie da le umane a le divine; e scende da le divine all’umane tenendo l’una e l’altra, e questo fu Pavolo che fu in esse sperto: prima fu uomo a cognosciare le cose naturali, fu poi simile all’uomo a cognosciare le divinali; e participando l’una e l’altra fece questa vita mista, chè, mentre che egli predicava e dava dottrina al prossimo, saliva co lo intelletto a la gloria di Dio, dove aveva tanto lume, che tutti e’ popoli che l’udivano, quasi tutti si convertivano a la fede. — E donde credi che venisse questo?

  1. Il Cod. Pal., pervenire.
  2. Il passo dice: Gloriam Domini speculantes, in eadem imaginem transformamur a claritate in claritatem.