Vai al contenuto

Pagina:Bernardino da Siena - Prediche volgari III.djvu/480

Da Wikisource.

e noi Taviamo questo amore dato a’figliuoli, a le nostre donne, a’ nostri mariti, al nostro corpo, a la robba nostra? Anco col terzo amore intellettuale, come faremo noi^ che vediamo lo intelletto nostro essare a quelle cose, noi ci assercitiarno? E così la donna ha il pensiero quando ella cucie, che la costura vada dritta, e che ella non si ponga el dito. E1 nostro Signore vuole che la tua me- moria, e lo tuo effetto, e lo tuo intelletto sia tutto fìtto in lui; in ciò che tu fai, tu sia levato in Dio. Nè santo Giovanni Battista, che fu così.santo, noi lo faceva, che man- giava le locuste per penitenzia, ficiendosi aspra vita. — O quando egli dormiva come faceva? non si ricordava più di Dio lai, che noi. Dunque chi è quello che sia sì santo che osservi questo comandamento di Dio? Oh, noi avia- mo che colui che è giusto non può fare che non facci dei pecati: seplies dies cadit iusius- Oh, colui che è giusto cade sette volte el dì ne’ pecati, se non mortalmente almeno venialmente. E però questo comandamento noi noi po- tiamo osservare, come tu intendi, ma debasi intendare com’ io ti dirò. Abbi per ferma regola generale che noi potiamo osservare, e non fu mai criatura che ’l potesse osservare se non solamente due, cioè: Maria Madre di lesu, e lesu; da questi due in fuore, cerca per T arte. Sempre ste’ Nostra Donna in questo comandamento; la memoria sempre a Dio, la volontà sempre a Dio, e lo intelletto sempre a Dio; continuamente erano levati a la volontà di Dio. Questi due il poterono fare e fecerlo, ma ninno al- tro, no. Noi il potremo osservarlo quando noi saremo in vita eterna, beati. Voglia Idio che tutta questa brigata sia di quelli che mettiamo ad effetto quello comanda- meato; che la memoria, 1’ anima e lo intelletto, la mente^ F affetto e il cuore contemplando la divina sapienzia, la