Pagina:Bertini - Guida della Val di Bisenzio, Prato, Salvi, 1892.djvu/164

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avere un argomento di più nei racconti meravigliosi intorno al fuoco nelle serate d’inverno.

Nessuno v’era disceso, tranne d’un pastore calatovi per riprendere non so che oggetto che v’era stato gettato; il discendervi, oltre a non avere alcuno interesse scientifico, non dà neppure il diletto della curiosità, tante volte proficua ed istruttiva, e produce la stessa sensazione che calarsi in un pozzo profondo, dal quale si ha almeno il conforto di vedere un lembo di cielo, mentre dal fondo della Spelonca delle Capanne non si vede che un chiarore debolissimo e incerto, che proviene dalla piccola apertura e rende più triste e penosa l’oscurità dell’abisso, ricorrendo alla mente l’aer cieco delle bolge dantesche.

Via e. Da Vaiano, per Sofignano e il Mandrione; ore 2,40.

Da Vaiano scesi al Bisenzio e passatolo si sale subito su alla Pieve di Sofignano (40 min.) che pur essa faceva parte del Contado pratese come una delle 48 ville; forse i pochi avanzi di torri ivi intorno dispersi stanno ad indicare che costà pure dovettero esistere dei resedii signorili o case dominicali1. La chiesa dev’essere del 1000 e il Miniati, raccoglitore abbastanza conosciuto di notizie pratesi sulla fine del Sec. XVI, dice che Antonio Miniati pittore, dal quale ei si fa discendente, «circa l’anno 1430 dipinse in più luoghi a fresco di chiaro scuro fuori e dentro alla Terra, nel Convento de’ Servi, in San Niccolao e Santa Lucia, nelle pieve di S. Giusto e in quella di Soffignano et altrove.» Ma oggi le pareti della


  1. Repetti, Op. cit., Art. Sofignano.