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gni e di querci e al verde cupo delle maestose foreste di abeti e di faggi»1.

Quest’amena ed ubertosa regione della Toscana, oggi più che mai è diventata il soggiorno ricercato delle classi agiate e di tutti coloro che vogliono fuggire il sollione ricoverandosi dalla città alla montagna. La facilità delle comunicazioni, resa maggiore con la costruzione della ferrovia casentinese, ecciterà un numero sempre crescente d’italiani e forestieri a visitare una contrada, che presenta aspetti e siti oltremodo svariati fra gli estremi della bassa collina e dell’alta montagna; ricca di storiche memorie, di naturali bellezze e così celebrata per i suoi ombrosi recessi, per la mite temperatura estiva e pel suo clima puro e salubre. Il Casentino ebbe un elegante e fedele illustratore, l’avv. Carlo Beni di Stia, il quale seppe con ingegno d’artista e cuore casentinese descrivere stupendamente meglio di ogni altro nella sua Guida più volte ricordata, quanto vi ha di bello in questa poetica e industriosa valle superiore dell’Arno.



  1. Beni Carlo, Guida illustrata del Casentino, Firenze, edit. Luigi Niccolai, 1889.