Pagina:Bettinelli - Opere edite e inedite, Tomo 4, 1799.djvu/264

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260 Note.

i(oNorf.

che forse... e qui si tacque =3 — Parmi di k-pgere Malebranche, che conversa col Verbo familiarmente.

NOTA V. La poesia per tanto, come detto è sin qui, è l’arte di dipignere la narura, dando allo spirito il colore dei corpi, e dando ai corpi la vivacità ed il fuoco dello spirito. Qual meraviglia però, che in ogni seJ colo più barbaro eli’abbia costantemente sigareggiato sopra gli uomini tutti, poiché fi.

miniente accoppia ella in se stessa i pregi,, delle due arti più care, quai sono la musica, e la pittura; imitando l’incanto di questa colle immagini, e le modulazioni di quel4 la coll’armonia ? 11 diletto delle pitture, e del canto non è men proprio dell’uomo di quel che il sia la facoltà del vedere e dell* intendere; poiché impossibile è pure, avendt?; occhio ed orecchio, non goder vivamente all mirar un oggetto ben imitato, e all’ascoltare un concento armonioso. Può dunque a ragione conchiudersi, che l’anima nostra soavemente commossa dalle gioconde impressioni della vista, e dell’ udito ha dovuto inventare la poesia, che una maniera è appunto