Pagina:Bettini - Guida di Castiglione dei Pepoli, Prato, Vestri, 1909.djvu/48

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diceasi «dei Gatti», e questa parola i filologi la fanno, derivare dalla voce celtica «gat», significante «bosco». Così Castiglione dei Gatti vorrebbe dire «Castello signore, o principale del bosco». L’interpretazione non sarebbe mal data, nè male applicata, anche quando anzichè conforme alla verità, fosse una trovata ingegnosa.

È un fatto che il luogo, ove siede questo castello è, e più era nei secoli remoti, ombreggiato da castagni, abeti, faggi superbi,1 era ed è il castello più importante dei dintorni. Che poi abbia avuto un nome celtico si può ammettere per la ragione che i Galli Boi, — audace celtica stirpe — si spinsero, schiacciando i nativi, su quelle balze montane, baluardo e difesa delle loro conquiste.

Senza bisogno di ricorrere ad ingegnose interpretazioni filologiche; Castiglione, può essere un derivativo qualunque della parola «Castello»: l’appellativo «de’ Gatti» può esser nato da numerosi alberi gattici (populus alba) che ne avessero ornato, in qualche parte, i fianchi e il piede; — o dai fiori dei castagni, (i filamenti di queste piante in fiore si chiamano gattoli)2 che vi sono così belli e maestosi anche ai dì nostri.

Ora, l’antico castello si chiama «dei Pepoli» dai feudatari, che vi ebbero, per oltre quattro secoli, dominio feudale, mero e misto, dipendente dal Sacro Romano Impero.


  1. Bettini Francesco. La stazione estiva di Montepiano.
  2. In vernacolo «gàggiolo».