Pagina:Bianca Laura Saibante - Discorsi, e lettere, Venezia 1781.djvu/9

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marito starà fra’ Senatori sulle porte della Città, dove anticamente tenevasi, come sapete, tribunale. E la Moglie di Tobia, che era uomo di non mediocre facoltà, ed era riputato fra primi della sua Tribù, sapeva tessere: ibat quotidie ad textrinam. Presso i Persiani all’incontro ritrovo, che il porre mano nella lana, ed il trattare il pennecchio, e ’l canestrino era alle Matrone ingiurioso mestiero, e vile; siccome appunto si osserva, che Alessandro avendo fatto presentare a Sisigambi madre di Dario alcuni drappi di finissima porpora co’ medesimi artieri, che lavorati gli aveano, dicendole, che qualor le piacesse, potea far sì, che le sue piccole figlie per mezzo di essi venissero istrutte nel lavoro delle lane, quella Principessa oltre il dovere dolente verso il messaggiero si dimostrò. Il perchè assai bene si comprende in quanto dispregio questi lavorieri tenuti fodero appo quella Nazione, la quale troppo di ricchezze abbondando, non sapea concedere alle sue Principesse, e Matrone di chinar la mano a tai cose. Ma se una simile occupazione fu tenuta a vile da’ Persiani, essa però non fu reputata per tale dagli Assirj, gente niente meno di quelli grande e potente; come ne fa prova l’esempio di Sardanapalo, stato ritrovato da Arbace a filare la porpora nel mezzo delle sue Donne, le quali, come quelle, che servivano a un tanto Re, convien credere, che fossero rimirate, e onorate come Signore.

Venendo a’ Greci poi veggiamo in Omero alcune Principesse, che vanno ad attigner l’acqua alle fon-


tane,