Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/16

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8 capo i.


Ma sopratutto le matematiche avea in amore, e negli ozii di cui godette ne’ quattro anni che visse alla corte di Mantova fece in quelle straordinari progressi, non nelle speculative soltanto, ma nelle applicate, nella astronomia, fisica, ottica, prospettiva, idraulica ed altre; si applicò anco ad un severo studio della medicina, anatomia, chimica, botanica, mineralogìa, e insomma a tutte le scienze che hanno per iscopo d’indagare gli arcani della natura. Ingegno sottile, indole ostinata erano i mezzi che opponeva alle difficoltà e con cui le vinceva.

E per servire il principe, uomo di spirito e coltissimo e amico de’ dotti, conobbe la necessità della storia universale; in che prese a metodo di recarsi a mente tutte le date principali, poi tutte le opinioni degli autori sui fatti discordi, e conciliarne le difficoltà: metodo utilissimo, ma solo praticabile a chi è donato di una memoria quale il Sarpi.

Per la storia ecclesiastica osservava giudiziosamente doversi cercare la verità non negli storici, inesatti o parziali; ma nei documenti contemporanei, nelle lettere e negli scritti de’ Padri, negli atti de’ concilii: non nelle traduzioni, infedeli o monche, ma nella lingua originale; cui tutti egli lesse, e di ogni cosa prendeva nota segnando in margine o con sottolinee i luoghi di ricordo, o straendone gli squarci cui distribuiva ordinatamente in quaderni sotto forma tale che ad ogni bisogno potesse facilmente trovare ciò che desiderava. Persino i pensieri, le riflessioni, le bizzarrìe che gli saltavano in capo leggendo, affidava alla carta, e di tempo in tempo le ricorreva, lacerando le inette o di poco conto, conservando le