Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/270

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262 capo xiii.

corrompevano. Il gesuita Possevino si vantava egli solo di tenere a’ suoi ordini più di 300 giovanetti delle primarie famiglie pronti a rubellarsi ai genitori e al governo: iattanza al certo, ma prova che questa sêtta non ha mai abborrito i mezzi odiosi. Nè le loro macchinazioni si ristrinsero sugli orli del dominio veneto o nell’Italia, ma in Spagna ancora, in Francia, in Boemia, in Polonia, e fino in Inghilterra in onta alle spesse mortificazioni incontrate. E così continuando dapertutto a diffamare il Senato, a suscitar disturbi a’ suoi ambasciatori, a fingere lettere per metterlo in discordia con sè o in guerra con altri Stati, a spargere libelli incendiari fra’ suoi popoli, a incitargli la guerra civile in casa, tanto affaticò la pazienza di quel corpo che a’ 14 giugno 1606 gli bandì in perpetuo dalla Repubblica con decreto così severo e accompagnato da tali formalità, che il rivocarlo diventava quasi impossibile. Dieci anni innanzi erano stati banditi dalla Francia come regicidi, corruttori della gioventù e promovitori di ribellione. A ciò si mosse il Senato non pure pel narrato cumulo di oltraggi, ma per essersi scoperto che tenevano registro delle confessioni delle quali abusavano per conoscere i più occulti interessi delle famiglie e dello Stato. Nei precipizi della loro fuga, fra le carte che non ebbero il tempo di dare al fuoco lasciarono alcuni registri di esse confessioni, e residui di carteggi criminosi, e copie a penna di Alcune regole segrete da osservarsi per stare attaccati alla Chiesa ortodossa; in latino: la terza prescrive di credere alla Chiesa, jerarchica quando ancora dica che è nero quello che