Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/271

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capo xiii. 263

par bianco; e la decimasettima comanda a’ predicatori di non predicare od inculcar troppo la grazia di Dio. Cose simili, benchè più coperte, si hanno nelle loro regole stampate a Roma.

L’espulsione di questa sêtta fu una prova luminosa della concordia che regnava nel Senato, dove 180 essendo i voti, e molti dei senatori già penitenti o amici agli Ignaziani, benchè tratti a scrutinio secreto neppur uno sortì favorevole.

Il qual nuovo colpo fece sentire al pontefice con che genti avesse a fare. Nè gli venivano migliori consolazioni da altre parti. In Polonia alcuni Veneziani erano stati scacciati da una chiesa, ma il governo obbligò i preti a scuse ed ammende; a Vienna il nunzio ebbe la mortificazione di non dover comparire alla festa del Corpus Domini perchè la Corte non volle escluderne l’oratore veneto; il re d’Inghilterra si offriva per la Repubblica; quello di Francia si adoperava con leal fede per la concordia, ma in caso di guerra dava manifesti indizi che voltava le armi contro la Curia; l’imperatore applaudiva ai fatti della Repubblica, e quand’anco avesse voluto aiutare il papa, non poteva, travagliato dalla guerra coi Turchi. Solo da Spagna gli veniva qualche conforto, perchè il conte di Fuentes governatore di Milano armava e minacciava i confini, ma non aveva danari per pagare l’esercito; e il marchese Santa Croce, ammiraglio spagnuolo, partito da Napoli con un’armata entrò nel Golfo, sorprese e saccheggiò Durazzo di Albania sul territorio ottomano onde compromettere la Repubblica colla Turchia. Ma il Sultano a cui erano grati suoni