Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/273

Da Wikisource.

capo xiii. 265

a far tacere la fame pubblicò un giubileo: il pretesto, per privare i Veneziani de’ cibi spirituali che compartiva con mano benefica su tutto il popolo cattolico; la verità, per raccoglier denari e per confermare nella fede i suoi aderenti ed acquistarne, per sommovere le coscienze colle confessioni e devozioni, e per carpire quanti più libri e scritture di que’ che non piacevano alla Curia.

Per ciò che riguarda l’esercito papale, era composto quasi solo di raunaticci che facevano le fazioni un giorno e disertavano il giorno appresso. Le genti di ordinanza sommavano circa a 2400 fanti e 350 cavalli, in penuria fino del necessario, e si aggiungevano compagnie di archibugieri a cavallo, ma che camminavano a piedi e senz’armi.

Dal canto suo Venezia armava anch’essa, risoluta a respingere la forza colla forza. Richiamò le navi e le milizie dalle sue colonie di Levante, allestì un’armata di 80 galee, fece prendere tutti i navili papalini che navigavano l’Adriatico, staggì le rendite dei preti che stanziavano a Roma; proibì l’uscita del danaro e impedì il commercio delle vettovaglie per lo Stato Pontificio, lo affamò, ne intraprese i traffichi; chiamò le cernide o milizie paesane, mise in piedi un fiorito esercito di ordinanza, assoldò capitani, mandò provveditori, e alle città di Padova, Verona, Brescia, Crema, mandò 100,000 scudi ciascuna perchè provvedessero alle difese; e teneva in riserva una levata di Turchi che l’arcivescovo greco di Filadelfia offriva di stipendiare per conto della Repubblica. Chiese ed ebbe gente da’ Grigioni e Svizzeri; principi e generali francesi offri-