Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/51

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capo ii. 43

i più voti sopra la metà decidevano: come in tutte le repubbliche, proibito il broglio e praticato.

I Serviti vestono di lana nera: una tonaca con maniche strette, chiusa sino al petto e serrata alle reni con una correggia a fibbia; una pazienza, drappo quadrangolare nel cui mezzo è un’apertura per passarvi la testa, e che scende egualmente davanti e di dietro a foggia di una pianeta; uno scapolare o cappuccio ed una cappa. Il cappello a tre angoli come quello dei preti.

Partendo dal principio che i monaci sono una milizia spirituale, la divisione delle ore monastiche e del canto corale fu stabilita dai primi istitutori sul piede delle fazioni di sentinella dei Romani; i quali dividevano il giorno in dodici ore, e la notte in quattro parti che chiamavano vigilie. I monaci cantavano sei volte nel giorno, e quattro alla notte, onde restano ancora nei breviari i nomi del salmeggio di prima, terza, sesta, nona, vespero e compieta; e di primo notturno, secondo notturno e simili. I monaci diventati un po’ grassi, cominciarono ad avvedersi che sturbare il sonno, massime d’inverno, per levarsi a cantare, era incomodo, e diminuirono le vigilie; e i frati instituiti per brigarsi negli affari del mondo, fecero del canto corale una specie di esercizio diurno e direi quasi di passatempo, quando non hanno di meglio.