Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.1, Zurigo, 1846.djvu/53

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capo iii. 45

sentitile da’ pontefici; e quelle vantavano altri privilegi fattisi confermare dal concordato di unione, a cui per patto niuno rinunciare volevano. Da tale deformità di governo nasceva che le costituzioni dell’Ordine fossero spregiate, indi abusi e querele senza numero. La famiglia era divisa: con Firenze aderivano Roma, Bologna e Napoli; e con Venezia e Mantova consentiva Milano. I generali, scelti per lo più dalla fazione fiorentina, trovavano modo di farsi ripetutamente confermare nella loro carica, o passavano da una ad altra carica senza interpolazione di tempi, con danno di altri ambiziosi che vi aspiravano. La stessa mala pratica prevaleva nelle Provincie riguardo ai provinciali, per cui la repubblica fratesca era in mano di pochi oligarchi, donde provenivano emulazione fra’ due partiti e discordia in ciascuna famiglia. Era dunque necessario di riformare le costituzioni in modo che salvando le prerogative di ciascuno potessero le cariche essere distribuite con tale ordine e misura, che determinandole ad un tempo prescritto, e frapposto al loro esercizio una ragionevole vacanza, fossero tolte le parzialità, e a maggior numero d’individui fosse aperta la speranza di poterle conseguire. Era anco necessario di tutelare i subalterni dall’arbitrio dei giudizi, e stabilire su giuste basi le norme de’ processi, e le attribuzioni rispettive di ciascun magistrato. Anco il governo economico aveva bisogno di particolari provvedimenti, stante l’incuria o l’abuso degli amministratori. E infine conveniva conformare gli statuti dell’Ordine ai decreti dei concilio tridentino riguardanti il reggimento fratesco. Già da dieci