Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/211

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capo xxiii. 203

stantino obbligassero i pagani a convertirsi per forza, le misure coercitive furono ignote per quattro secoli alla Chiesa, non usandosi cogli eretici altre armi che le spirituali. È vero che si riscontrano fatti in cui il braccio laico si armò contro a’ Manichei, ma la loro eresia era piuttosto delitto politico che religioso; imperocchè quella sêtta nata nella Persia, e forse avendo in origine poco o nulla di comune col cristianesimo, portava fama che parteggiasse pei Persiani nemici eterni dell’imperio romano. La prima vittima della intolleranza religiosa fu Priscilliano, che accusato da Itacio, malvagio vescovo, perdette la testa nel 383. Ma l’orrore che destò quel supplizio mostra che i cristiani non erano ancora disposti a chiamar santo l’Offizio destinato da poi a difendere l’Evangelio colla eloquenza del carnefice.

Essendosi stabilita nella Spagna la monarchia dei Visigoti, il genio pinzochero di quella nazione, la debolezza de’ suoi regnanti, ed altri motivi locali, diedero tanta potenza al clero che ivi prima che altrove giunse a disporre di ogni cosa e perfino del trono. L’ignoranza comune, il parteggiare continuo, la ferocia dei costumi, le rivoluzioni frequenti diedero origine a quelle leggi de’ Visigoti cavillose, fiere, intolleranti cui Montesquieu considera come il modello del codice inquisitoriale. E infatti se ne valsero ora per spogliare gli Ebrei delle loro ricchezze, ora per mantenersi quelle che avevano male acquistate, ora per reprimere i progressi del maomettismo che dalla Mauritania s’introduceva nella Spagna. Ma non vi era peranco un tribunale religioso, e le pene di sangue non erano frequenti, od erano