Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/230

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222 capo xxiv.

che il cavaliere Alfonso Antognini capitano di molta riputazione, e dotto assai nella strategia, avendo scritto un libro dell’arte militare, andò appositamente a Venezia per conferire col Sarpi intorno alla costruzione e l’uso delle macchine degli antichi, e in particolare intorno agli specchi ustori ond’è fama che Archimede si servisse ad incendiare le navi dei Romani che assediavano Siracusa; e che Frà Paolo non pure lo fornì di notizie, ma gli corresse eziandio le descrizioni e i disegni; e degli specchi parlando, benchè omai da 40 anni non si occupasse più di quegli esperimenti, gli addusse la probabilità del fatto cavandola da dimostrazioni fisiche e matematiche, e gli disegnò altresì le figure.

Fra le schede sarpiane nota il Grisellini di avere veduto un comento sopra il celebre passo di Cicerone: «È mirabile una certa continuazione e serie delle cose, talchè concatenandosi l’una coll’altra si vedono fra loro sussidiate e collegate a vicenda»: sul quale Frà Paolo dissertando ragiona della scala degli esseri, e come per varie digradazioni i corpi inorganici vadano a congiungersi ai corpi organizzati non animati, e questi poi agli animati, sempre progredendo per nessi diversi; ma l’analisi che ne dà sembra esagerata e che senta di soverchio le dottrine moderne e particolarmente di Bonnet. Sicuramente il pensiero di Frà Paolo era meno sistematico, e non meno ingegnoso e profondo; e avrei preferito che il Grisellini ce lo avesse conservato nel sobrio ed originale suo stile piuttosto che esporcelo in un modo in cui la infedeltà è troppo visibile.