Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/321

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capo xxix. 313

affari andavano a lui aumentavano le beneficenze a pro dei Serviti; il che era uno stimolo a invigilare la conservazione di un uomo i servigi e la fama del quale contribuivano a tenere bene edificate le loro canove e le loro dispense.

Non vi era viaggiatore che non fosse desideroso di vedere e conoscere il Sarpi. Due qualità di persone principalmente dimostravano all’estremo una tale curiosità: i cherici che venivano da Roma, e i protestanti: quelli per vedere l’umil frate che teneva in tanto stupore la Corte Santa, e questi per vedere il grand’uomo che aveva riempiuto della sua fama il mondo. Se non avevano relazione coi nobili, erano costretti dirigersi ai frati e aspettarlo in chiesa o in sagrestia quando andava a dir messa o a cantare in coro; o pazientare in qualche bottega della Merceria per vederlo di passaggio quando si recava a San Marco.

In quest’anno giunse a Venezia Francesco Aarsens di Sommelsdick mandato dalla Repubblica di Olanda a ratificare la nuova lega testè conchiusa fra i due governi e proporre altri negozi di comune interesse. Il quale ambasciatore si mostrò desiderosissimo di conoscere personalmente Frà Paolo e avere qualche abboccamento con lui, come già il suo antecessore Vander Myle; ma pei rigori sopraddetti non si poteva senza una speciale permissione del Collegio. Essendo l’Aarsens personaggio accettissimo alla Repubblica l’avrebbe forse non difficilmente ottenuto se fosse piaciuto al Consultore, ma questi per rispetti prudentissimi non credette di darvi il suo assenso. Memore dei disgusti che aveva patito quando