Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/390

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può servir egli in ogni incontro a smentire i maligni che l’hanno accusato di poca pietà e religione».

«Tomo IV. È in figura di sesto, e va coperto di rozzo cartone, e ci rappresenta due cose che non hanno che fare colle produzioni di F. Paolo. Una è il dialogo meteorologico di Tommaso Tomai, stampato da Domenico Fiorentino l’anno 1577. L’altro è un quinternetto di poche pagine nelle quali si vede un Trattatello De Caniculæ ortu et prænotionibus eorum quæ contingunt; le quali due ultime operette sono scritte di mano molto diversa da quelle del Sarpi, del Fanzano e del Micanzio; il secondo ha in fine questa citazione: Card. de variar. rerum. Vengono poi dodici fogli di esercitazioni per lo più geometriche scritte dal Sarpi e parte dal Fanzano. In fine avvi questa nota: Giovanni Gioja da Melfi 1300; circa che noi crediamo che siavi errore nel nome di Giovanni, scritto in cambio di quello di Flavio che fu l’inventore della bussola nautica, secondo la più volgare opinione. Ciò però che rende pregevole questo tometto, si è ch’egli contiene un trattato metafisico Circa l’arte di ben pensare, il quale altro non è che quello dall’Anonimo intitolato: Del nascere e cessare che fanno in noi le opinioni. La scrittura è di F. Marco Fanzano amanuense del Sarpi.

«Tomo V. Questo nella figura somiglia all’antecedente fuorchè va coperto di pergamena, benchè logora e corrosa. Egli contiene quasi settecento pensieri spettanti alla scienza naturale, alla metafisica ed alle matematiche. Le date scritte al margine delle