Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/251

Da Wikisource.

di quest’uomo, e vi compatisco. La perdita di un utile amico è pur troppo deplorabile! Ed io pure ne sono dolente; ma quando considero, che anch’io un giorno dovrò passare le soglie di questo mondo, vi confesso candidamente, che il dispiacere, che ho verso gli altri, ritorna indietro, e sta per conto mio. – Però non si può negare, – è morto un galantuomo; ed io sono persuaso, che quell’anima buona è volata di punto in bianco in Paradiso, dove troverà di certo meno negozianti, che nella nostra Camera di Commercio. Anch’io son del mestiere, e son giudice competente in questa materia.

Voi mi dite che i .... sono intorno a comporre una nuova ragione. Viva la nuova ragione! Io non posso che lodarli; io conosco quei giovani, – son pieni di merito, e in una faccenda come questa son capaci di andare sino in fondo. Viva la nuova ragione! io invito tutto il mondo a fare una nuova ragione, poichè l’antica è ormai troppo stanca, e non serve più a nulla. Salutate quei giovani da parte mia; date loro i miei mi-rallegro; sappiano, che auguro loro il vento fresco della fortuna, che auguro loro il profitto d’ogni bilancio annuale con una lunga coda di zeri. Relativamente poi all’avervi mandato a chiamare per proporvi quella continuazione di affari, che combinavate con N., non è uno sforzo, è una cosa tutta naturale; sanno che siete un forte consumatore, vi stimano un uomo solido, e per questo vi cercano. Fate, che manchi una delle due condizioni, e vedrete la scena mutata. I negozianti sono come i giuocatori; – quando gli uni o gli altri invitano a una partita di carte, o a una partita di affari, le parole sono belle, ed umane; ma il pensiero intimo è di vincere; l’industria poi e la sorte assegnano la