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DISCORSO SETTIMO I35

poiché vi erano principi costanti, unitá di scopo e semplicitá di metodi.

4. All’ordine di battaglia che non avea piú per base il sistema di mettere l’artiglieria, la cavalleria e l’ infanteria in un ordine costante — mentre si era passato dall’ intralciare le armi al separarle compiutamente — fu sostituito il principio fecondo del sostegno reciproco delle armi e della loro disposizione adattata alla natura del terreno. Per il che videsi con iscandalo dai tattici di corta vista la cavalleria occupare il centro di un ordine di battaglia mentre l’infanteria occupava le ali; l’artiglieria divenuta mobile cambiar posizione e seguire le truppe in tutte le loro evoluzioni; da ultimo, ciò che era ignoto nelle epoche antecedenti, prendersi l’ordine di battaglia in faccia al nemico spiegato e per la combinazione delle diverse colonne, o per una marcia di fianco coperta da truppe spiegate o dal terreno, adottarsi l’ordine obliquo (^) si adoperato presso l’antichitá, per cosi sopraffare il nemico in un punto e sottrarre ai suoi attacchi la parte opposta a quella con la quale venivano fatti.

Queste sono a nostro credere le innovazioni fatte dal gran Federico nella tattica, cioè lo sviluppo compiuto che derivava dalla natura delle armi fissate e perfezionate con tutte le loro conseguenze sugli ordini e le evoluzioni.

(i) Néíquinto volume dèlie Memorie di Sani ’Eiena in una luminosa dissertazione sulla guerra dei sette anni, Napoleone è d’opinione che l’ordine obliquo non è un progresso della tattica ma è l’essenza dell’arte; per cui fu praticato in tutti i tempi dai gran capitani, mentre rientra nella categoria delle sorprese, il che non è nella sfera tattica. Imperocché egli sostiene che non può farsi una marcia di fianco in faccia ad un nemico spiegato senza commettere un grave errore ed esserne punito, poiché chi sottrae un’ala dee attendersi una contromanovra del nemico sulla sua indebolita; il che non solo la compromette, ma compromette ancora la linea di operazione che questa è destinata a conservare. Come decidere tra Federico e Napoleone? Chi oserá farlo? Il vantaggio di una scienza fissata si è quello di mettere le piú volgari intelligenze a portata di dare una opinione: noi ne profitteremo. Ciò che Napoleone dice è incontrastabile. Ciò che Federico ha operato lo è del pari. Ov’ è l’equivoco? In questo: che le truppe prussiane manovravano superiormente, le altre no; le prime guadagnavano spazio e tempo e le altre lo perdevano; per cui le contromanovre o non si facevano o si facevano troppo tardi, quando la giornata era decisa.