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DISCORSO OTTAVO l8l

de’ suoi disastri, e non aveva il tempo di riordinarsi e di riprendere lena collocandosi in una posizione difensiva: poiché se questa era estesa, veniva forzata; se stretta, non era bastante ad arrestare i gran movimenti dell’esercito nemico costituito a quel modo che ci facemmo ad esporre.

Abbiamo fatto notare il come la strategia dominasse la tattica. Ed in effetto non si apriva una campagna per incontrare il nemico, ma si cercava di occupare i punti strategici ed in ogni battaglia si tendeva a impedire al nemico di riprendere le comunicazioni perdute pei movimenti strategici, e non appena erasi guadagnato uno di questi punti, da esso passavasi agli altri per la strada piú corta; per modo che chi era attaccato, battuto strategicamente, veniva a battaglia non per vincere ma per potersi ritirare. Questa sola condizione rendeva la lotta ineguale nelle suo conseguenze, e chi trionfava separava il suo avversario da tutti i suoi depositi e penetrava nel centro dello Stato, nella capitale, e cosi costringea a delle paci le quali rassomigliavano alla capitolazione di una piazza la cui breccia fu aperta. La pace di Presburgo dopo due mesi nel 1805, quella di Tilsit nel 1807 e quella di Vienna nel 1809 compruovano la nostra asserzione; e però altrettanto sagace che luminosa troviamo la denominazione di « battaglie strategiche » data dal general Lamarque a quelle combattute in tali campagne (^). E la piú compiuta di tali operazioni ebbe luogo nei cinque giorni del 1809, che cominciarono il diciotto aprile e finirono il ventitré col combattimento di Ratisbona, ove il perno tenne fermo e la riunione si operò combattendo ed isolando le numerose masse del nemico, e si occupò la capitale un mese dopo il cominciamento delle ostilitá.

(i) 11 regno di Napoli è il primo ove la guerra popolare sia stata fatta quasiché senza l’aiuto di truppe regolari. Quivi si difese la capitale nel 1799 e si combatté nell’anno medesimo alla spicciolata e nella capitale e nelle altre cittá, come ad Andria, Trani, Sansevero e Traietto. Dal 1806 in poi si vide lo stesso in Calabria, ove la difesa dell’Amantea è stata notata dagli scrittori militari, per esempio dal Dumas. La guerra di Calabria era come quella di Spagna in una piú piccola scala, e l’ inazione di Massena contro i forti di Reggio e di Scilla somiglia in piccolo a quella in cui dovè rimanere nel Portogallo per le medesime cause.