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APPENDICE 257

Dubito che la guerra dei sette anni, tanto istruttiva e per lo gran nome di Federico, e per la moltiplicitá delle operazioni e delle battaglie, e per la differenza dei teatri sui quali si combatteva, e per lo perfezionamento delle evoluzioni, e per li prodigi di una grande e dotta unitá contro il continente quasi intero, unito nei consigli e diviso sui campi; dubito, io diceva, che possa presentare combattimenti di artiglieria che pareggino si per lo successo che per la esecuzione la grande batteria di Wagram, il cannone di Hanau e mille altre fazioni militari, ove tutti abbiam veduto le artiglierie leggiere di Francia e degli alleati precedere gli spiegamenti di ogni arma e proteggerli, cambiar rapidamente di posizione per far subitanea massa di fuochi, per prender rovesci sul nemico ed aprire i fuochi, seguite da qualche squadrone a meno di un trar di fucile da esso.

Certo, senza un perfezionamento essenzialissimo nei metodi, non possono concepirsi né cotali numerosi e pur ordinati e mobili adunamenti di artiglierie, né i grandi effetti da essi prodotti.

Notabilissimo ha dovuto essere il progresso dell’artiglieria, quando ha potuto tanto aumentare la forza ed i successi della cavalleria, fornendole i fuochi dei quali mancava, agguagliandone ed appoggiandone la velocitá e l’ardire. In tal modo ha reso nei luoghi piani l’attacco superiore alla difesa, giacché in tai casi la presenza di una cavalleria pronta a caricare rende necessario all’infanteria un ordine fermo e compatto, mentre i fuochi dell’artiglieria glielo rendono impossibile (^).

Egli è poi problema non ancora diffinitivamente sciolto, se meglio conduca allo scopo un’artiglieria con cannonieri a cavallo

(i) Se il generale Elsnitz contro la guardia consolare a Marengo, se la cavalleria francese al primo combattimento di Krasnoi nel 181 2 contro il generale Newroscki, avessero potuto far precedere le loro cariche dal fuoco di pronte artiglierie, né il general russo avrebbe recato a termine la sua bella ritirata, né il quadrato di Marengo avrebbe stancata e tenuta si lungamente occupata la bella e numerosa cavalleria imperiale. Ma il generale Elsnitz sembra che ne mancasse; ed i francesi a Krasnoi ne attesero per lungo tempo, e poi sopravvenne assai poca artiglieria alleata e non perfettamente servita. La cavalleria inglese non riusci contro i quadrati della guardia francese a Waterloo se non dopo di averli per cosi dire battuti in breccia con la sua artiglieria.

L. Blanch, Della scienza militare. 17