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APPENDICE 267

riassumendo ed accordando la esperienza con la dottrina di tanti dotti e luminosi trattati, hanno arricchite le belliche discipline.

Divenne allora la guerra piú mite, la sventura non fu un delitto, la preda non fu il solo fine del combattere, né l’emolumento il solo fine del servire, ma l’onore e la patria, cioè la vera gloria; e la conquista sempre funesta potè almeno conservare ordine e forme di umanitá e di giustizia. Cosi divenivan facili le grandi imprese, perché ivi era cuore per volerle ed intelletto per apprezzarle. Cosi la guerra fu affare proprio; la bandiera rappresentò la patria: ivi, e perciò fu facile lo imperio, consentita l’obbedienza, lo scopo comune e nobilissimo.

I miglioramenti poterono allora celeremente progredire, trovando eserciti capaci di comprenderli e desiderosi di ottenerli, ed intelletti che unendo ad uno zelo uguale maggiore acume e dottrina poterono rinvenirli ed insegnarli.

Onde quando il Sainte-Chapelle afferma che « sí l’on a fait des grande s choses aux armées frangaises dès 1792, e’ est moins avec des théories et des inventions systématiques qu’avec la force d’áme, la vigueur du bras et V exaltation du courage », egli allora esprime un fatto del quale gli è sfuggita l’origine. La grande invenzione dovea, a mio avviso, scorgerla nella coscrizione: era dessa lo spirito che informava gli eserciti; spirito che il piú gran capitano del secolo comprese, organizzò e diresse mirabilmente.

Ma la coscrizione neanche bastò sola. Per accordare l’economia coi bisogni di una vasta difesa sorsero sistemi diversi di grandi riserve con vari nomi distinti, con vari modi ordinate. Di certo le landwer, le landsturm, i bandi, le guardie nazionali, le colonie militari, le milizie sono composte anche esse di battaglioni, di compagnie, di squadroni, di reggimenti; perché di queste divisioni altre sono riconosciute utili per la facilitá dell’amministrazione, della discipHna, della coabitazione di un determinato numero di uomini, altre per la facilitá dell’istruzione e delle evoluzioni: ma l’innovazione consiste non giá nelle forme con cui si coordinano, ma negli elementi medesimi dei quali sono composte. L’alfabeto è istrumento di che si serve