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DISCORSO TERZO

Si

Negli arabi alcun cambiamento positivo non vi era e conservavano tuttavia sui greci i vantaggi che enunciammo.

Le imprese dei normanni eran dovute piú particolarmente alla loro abilitá per mare, tutta di abitudine, di coraggio e di pratica, e per terra a quella superioritá che dovevano avere siccome barbari non ammolliti né sformati dalla conquista e combattenti con nemici sparsi, in vaste terre che occupavano fra popolazioni avverse si, ma avvilite, le quali non potevano resistere ai nuovi invasori perché non avevan resistito ai primi. E ciò spiega gli straordinari successi dei normanni, che non possono essere attribuiti a nessuna superioritá militare scientificamente considerata.

Resta ad osservare che cosa fosse lo stato dell’arte militare nelle repubbliche italiane, le quali ordinate sotto altra forma avevano resistito a Federico Barbarossa, avevano difeso Milano e Crema con ostinazione e trionfato a Legnano in aperta campagna.

La lega lombarda fu la prima che in quell’epoca presentasse lo spettacolo di una milizia comunale ragunata dal popolo senza distinzione di classi: metodo ch’era il risultamento del suo stato sociale e politico e degl’interessi delle comunitá estese con la lega, la quale offre il simbolo dell’unitá federale e la sua pratica applicazione nell’esercito collegato che pugnò a Legnano. Questa prima riunione di italiani dopo l’invasione de’ barbari ci fa ricercare con ansietá che cosa fossero le loro armi e i loro ordini, giacché abbiamo veduto come gli uomini si scegliessero. Gli storici contemporanei dicono che un elmo, uno scudo, con braccialetti e cosciali, erano le armi difensive delle milizie delle cittá lombarde, e le armi offensive una spada larga e tagliente. Solo qualche corpo di alabardieri e di arcieri erano ■ eccezioni e non regola. Quest’armamento non comportava nesmn ordine tattico da piegarsi ad ogni variazione della guerra, la tutta affidava la riuscita al valore individuale, il quale aveva ma direzione nel dover difendere il carroccio, che era il mitico e sacro simbolo della vittoria e della patria. Gli eserciti li Federico, al dire degli storici, non differivano dagli esercit