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228 l'elegia di madonna fiammetta


Quale fosse la pretesa di messer Tizzone nell’accingersi a mescolare un po’ del suo nell’opera degli altri quando ciò non fosse giustificato né dall’oscuritá del passo né dal desiderio di sostituire forme piú moderne, non si può dire: vanitá, o scopo preciso di imporre la sua edizione che cosí riparava a ipotetiche lacune delle precedenti? È certo che il sistema fu messo in pratica anche per l’edizione del Teseida (1528), con l’aggiunta di una intera ottava fra la 17a e la 18a del libro IV1; e anche in questo caso l’interpolazione è fatta con giudizio. Fra le ristampe di questa edizione (Venezia, Vitali, 1525; Venezia, De Gregori, 1525; Venezia, Vitali, 1534; Venezia, Padovano, 1540), ce n’è una senza indicazione del luogo né della data2. Lo Zambrini la mette fra le edizioni del ’400, ma è da escludere senz’altro tale ipotesi, perché l’edizione di messer Tizzone presuppone la Giuntina del 15173; quindi potrá esser questione se sia anteriore o posteriore all’edizione del 1524, ma poiché il testo è identico nell’una e nell’altra, per noi la cosa non ha alcun interesse4.

    nella mia camera mi ricolsi». A messer Tizzone parve che qualche cosa mancasse, e aggiunse toltami dopo quindi, e infine completò coi) le parole: «acciò che di ciò niuno s’accorgesse».

  1. Cfr. G. Boccaccio, Teseida. Edizione critica per cura di S. Battaglia, «Autori classici e documenti di lingua pubblicati dalla R. Accademia della Crusca», Firenze, Sansoni, 1938, Introduzione, pag. xxxvii, ove si dá notizia di messer Tizzone, noto per La grammatica volgare trovata nelle opere di Francesco petrarca, di Giovan Boccaccio, di Cino da Pistoia, di Guitton da rezzo, pubblicata a Napoli, per Giovanni Sultzbach, nel 1538.
  2. Un esemplare si trova presso la Nazionale di Milano (SS, III, 31), e un altro nel fondo Nencini della Nazionale di Firenze.
  3. Dalla Giuntina infatti deriva il passo «i quali poi che alquanto hanno e la bellezza delle donne e le loro danze considerate, quelle commendando», che nella nostra edizione, a pag. 93, si legge: «li quali poi che alquanto hanno mirato e le bellezze delle donne e le loro danze». Le edizioni anteriori alla Giuntina concordano coi manoscritti nel mantenere il passo lacunoso, e cioè senza considerate, quelle commendando. Mirato della nostra edizione si trova in qualche codice, ma è congettura di copista (su questo passo si veda piú avanti).
  4. Un compromesso fra l’edizione Giuntina e quella di messer Tizzone fu tentato nel 1527 con l’edizione che porta il titolo: «Fiammetta | Amorosa | di M. Gio | vanni | Boc | catio | Nuovamente Ricorretta». L’opera è divisa in sette libri, ma preceduti dai sommari. Il testo segue prevalentemente la Giuntina e saltuariamente (nelle parti aggiunte e in molti passi apparentemente piú chiare) quella di messer Tizzone. L’edizione fu stampata a Venezia nel 1527 «per Francesco Bindoni e Mapheo Pasini». Un esemplare si trova presso il fondo Nencini della Nazionale di Firenze.