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250 l'elegia di madonna fiammetta


questo è stato fatto tenendo presente il testo dell’Elegia del codice Laurenziano XLII, 7, che presenta le medesime deformazioni del testo delle Chiose.

A dimostrare l’autenticitá delle Chiose, basta il confronto di alcune di esse con altre corrispondenti dell’autografo del Teseida:

Elegia, 174: «Due sono gli usi di Venere, cioè Venere licita e Venere illicita. Venere licita è di stare il marito con la moglie e però dice santissima; illicita si è d’appetere il marito altra donna che la sua, e la donna altro uomo che il suo marito».

Teseida, 197:1 «La quale Venere è doppia, perciò che l’una si può e dee intendere per ciascuno onesto e licito disiderio, sì come è disiderare d’avere moglie per avere figliuoli, e simili a questo... La seconda Venere è quella per la quale ogni lascivia è disiderata».

Elegia, 176: «Febo s’innamorò della figlia d’Ameto re di Tessaglia, e volendo seguitare il suo amore si trasformò in forma d’uno pastore e posesi a guardare l’armento del detto Ameto...».

Teseida, 114: «Fu Febo innamorato d’una figliuola d’Ameto re di Tessaglia, la quale non potendo altrimenti avere, si trasformò in pastore e posesi col detto re, e stette con lui guardandogli il bestiame suo, in così fatta forma, sette anni».

Elegia, 176: «Giove ancora s’innamorò di Europa figliuola di re Agenore e sorella di Cadmo e di Fenice, con la quale non potendo avere a fare, stando la detta Europa in uno prato a cogliere fiori, lui si trasformò in giovenco e faccendo atti piacevoli ad essa li quali molto le piacquero; e per umiltá del detto giovenco li montò addosso da pie’, e lui subito la portò via e passò il mare e andò a Creti ed ebbe a fare con lei».

Teseida, 79: «Agenore, re di Fenicia, aveva una figliuola bellissima, la quale aveva nome Europa, la cui bellezza sappiendo Giove e piacendogli forte, si trasformò in forma d’uno bellissimo tauro, e andonne lá dove questa giovane era con altre compagne: e quivi si mostrò sì mansueto e sì bello, che a queste giovani e massimamente ad Europa piacque e venne volontá d’averlo, e accostoglisi, e vedendolo così mansueto lo prese per le corna, e dopo molto avere veduta la sua mansuetudine vi salì suso: il quale quando si senti adosso costei sì come egli disiderava, incontanente cominciò a correre verso il mare... ultimamente si mise in mare, e notando ne la portò in Creti, e quivi ebbe di lei piú figliuoli».

  1. Edizione Battaglia, giá citata.