Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/238

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volentieri faccia l’addomandate grazie, ma per fare la nostra perseveranza maggiore e accioché piú caramente riceviamo quello che con istanzia impetriamo. Vuole ancora l’orazione esser umile, percioché alcuna nobiltá di sangue, né abbondanza di sustanze temporali, né magnificenza d’imperiale o di reale eccellenza la potrebbe di terra levare un attimo. L’umiltá sola è quella che l’impenna, c falla infine sopra le stelle volare e quella condurre agli orecchi del Signor del cielo e della terra. Gran forze son quelle dell’umiltá nel cospetto di Dio: e come che assai in ciascuna cosa che Tuoni vorrá riguardare appaia, nondimeno mirabilmente il dimostrò nella sua incarnazione; percioché non reai sangue, non etá, non bellezza, non simplicitá, ma sola umiltá riguardò in quella Vergine, nella quale Egli, di cielo in terra discendendo, incarnò e prese la nostra umanitá; si come essa medesima Vergine testimonia nel suo cantico, quando dice: «Rcspexit humilitatem ancillae snae»; per che da questa parola degnamente essa medesima segue: «De positi t potentes de sede et exciltavil htimiles». Fece adunque il nostro autore fedele ed umile orazione a Dio per la salute sua: la quale, si come esso medesimo scrive, sali in cielo nel cospetto di Dio guidata dall’umiltá; percioché, come vedere abbiam potuto nel precedente canto, l’autore non solamente avea cacciata da sé la superbia, ma avea paura di lei e fuggivaia. E come dobbiamo noi credere la pietosa e divota orazione guidata dall’umiltá essere ricevuta in cielo? Certo, non altrimenti che ricevuto fosse il figliuol prodigo dal pietoso padre, del quale il santo Evangelio ne dimostra. Fece il pietoso padre uccidere il vitello sagginato, fece parare il convito, fece chiamare gli amici, e con loro si rallegrò e fece festa di avere racquistato il suo figliuolo, il quale gli pareva aver perduto. Cosí si dee credere l’onnipotente Padre aver fatto in cielo, sentendo per la divota orazione colui alla via della veritá ritornare, il quale del tutto partito se n’era e ogni sua grazia avea dispersa e gittata via. Che festa ancora dobbiam credere averne fatta gli angeli di vita eterna? la letizia de’ quali è maggiore sopra un peccatore che torni a penitenzia,