Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/258

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del re Latino, veduta Lavina, sua figliuola, divenuta moglie d’Enea troiano, turbata si mise il laccio nella gola, e divenne misero peso delle travi del reai suo palagio. Annibaie cartaginese, chiaro per molte vittorie, per non poter sofferire di venire alle mani de’ romani raddomandantilo al re Prusia, incontro a sé adiratosi, preso volontariamente veleno, si mori. Che bisogna raccontarne molti? conciosiacosaché manifesto sia, l’ira, poi che il consiglio della ragione ha tolto dell’uomo, col furor suo molti n’abbia giá in miseria e detestabile ruina condotti; li quali come che in questa vita e seco medesimi e con altrui crudelmente si trattino, ne mostra l’autor nell’altra non esser meglio dalla giustizia trattati, mostrandone loro essere nella palude di Stige, torbida di fetido fango e orribile per lo suo fervore e per lo fummo continuo, il quale da essa continuamente esala, tuffati e pieni d’abominevole fastidio; e in quella non solamente con le mani lacerarsi, ma ancora con la testa e con ciascuno altro membro fieramente percuotersi, e co’ denti mordersi e troncarsi le persone e stracciarsi tutti. Sotto la corteccia delle quali parole, mescolando il moral senso, spettante a noi che vivi siamo, con lo spirituale, il quale a’ dannati appartiene, si può vedere il dannoso costume degli iracundi in questa vita, e la gravosa pena de’ dannati nell’all’altra. Il percuotersi con la testa, col petto e co’ piedi niuna altra cosa òche un disegnare gl’impeti furiosi degli iracundi, quando dal focoso accendimento dell’ira sono incitati. Possiamo nondimeno intendere per la testa dell’iracondo i pensieri, gl’intendimenti, le diliberazioni dell’iracundo, tutti posti e dirizzati dietro al disiderio della vendetta: e questo, percioché nella testa consistono tutte le virtú sensitive interiori e ancora le ’ntellettive, dalle quali sono formate le predette cose. E percioché nel petto consistono le virtú vitali e le nutritive, dobbiam sentire co’petti offendersi gl’iracundi, non l’un l’altro, ma se medesimi; in quanto, quando molto si pon l’animo intorno all’effetto d’alcun disiderio, non si prende da colui, che cosí è occupato, né la quantitá del cibo usata, né ancora con l’ordine consueto, per che conviene che la virtú nutritiva sia intorno