Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/286

Da Wikisource.

Puossi per questo atto, fatto da’ demòni, comprendere che Virgilio dicesse loro esser piacere di Dio che esso mostrasse lo ’nferno a colui il quale con seco avea, e che essi, avendo questo in dispetto, accioché egli non avvenisse, si ritiraron dentro e serraron le porti. «E rivolsesi a me», tornando, «con passi rari». Disegna in queste parole l’autore l’atto di coloro li quali per giusta cagione sdegnano e si turbano, in quanto non furiosamente, non con impeto, come gl’iracundi, corrono alla vendetta, ma mansuetamente si dolgono di ciò che alcuno ha men che bene adoperato.

Poi segue: «Gli occhi alla terra», bassi; nel quale atto si manifesta la turbazione del mansueto, dove in contrario l’iracundo leva la testa e fa romore; «e le ciglia avea rase D’ogni baldanza»; in quanto il mansueto ristrigne dentro con la forza della virtú l’impeto, il quale vorrebbe correre alla vendetta, e però pare sbaldanzito, cioè senza alcuno ardire, dove gl’iracundi col capo levato paiono baldanzosi e arditi; «e dicea ne’ sospiri», cioè sospirando dicea (nel qual sospirare appaiono alcuni segni della perturbazione del mansueto): — «Chi m’ha negate le dolenti case?» — quasi dica: questi demòni, li quali sono in ira di Dio e niente contro a Dio possono, hanno negato a me, che sono mandato da Dio, le case dolenti. La qual cosa, percioché era oltre ad ogni convenienza, gli era materia di sospirare e di rammaricarsi. «E a me disse», non ostante la sua perturbazione: — «Tu, perch’io m’adiri», di quella ira la quale è meritoria, «Non sbigottir», cioè non te n’entri alcuna paura, per ciò «ch’io vincerò la pruova», dell’entrar dentro alla cittá, «Qual, ch’alia difension», che io non v’entri, «dentro s’aggiri», cioè si dea da fare perché io non v’entri. «Questa lor tracotanza», del fare contro a quello che debbono, «non m’è nuova, Ché giá l’usáro in men segreta porta», che questa non è, [e contro al signor del cielo e della terra, cioè di Gesú Cristo]. E dice «men segreta», inquanto quella è all’entrata dell’inferno, e questa è quasi al mezzo; perché assai appare questa esser piú segreta