Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/307

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nota 301

nel presente volume, consentirá di giudicare quei versi in modo totalmente diverso da quello che fu possibile sin qui.

E tuttavia, non è stato lecito mettere M completamente da parte. Prima di tutto esso serve a correggere in qualche caso errori manifesti di O (non sono molti, ma ce ne sono: per esempio regis 82 manca in O ed è supplito da M; gravi e agros 47, memorans 84, avaritie 122 e differs 151 sono lezioni di M, contro a gravis e agris, memoras, avarite e differ di O; byrsea 164 non si caverebbe facilmente senza l’aiuto di M1 da birea di O, ridotto poi a biriea per l’aggiunta di un’i sopra il rigo); inoltre fornisce alcune rettifiche d’ortografia, la quale in O è un poco aliena dall’uso boccaccesco degli ultimi anni2 e può quindi ritenersi adattata alla sua propria dall’amanuense. Ma principalmente esso costituisce un controllo per il fatto che rappresenta una tradizione manoscritta diversa ed indipendente dall’altro testo, di che sono prova alcune lezioni sue speciali: ne rogis in luogo di non igni 74, supliciter orat in luogo di suplicanter adorat 111, Ne spreveris in luogo di Ne spernas 119, et lugubri in luogo di et tetro 147; lezioni, aggiungo, d’indubitabile genuinitá in quanto contengono errori di prosodia, ed errori al posto dei quali in O è subentrata la correzione3. Anche qui il Nostro aveva dunque dato fuori da prima il carme in una redazione meno elaborata, che piú



    (nella mia stampa parve bene aggiungere Petrarce); in fine: «Explicit». Piú enfaticamente in M si ha: Versus Iohannis Bochacii de Certaldo pro Africa divina Celebris Petrarce poetarum eximii (c. 25 r); si osservi anche la maggior esattezza dell’espressione Versus ad Affricam di O in confronto di quella di M.

  1. Che legge precisamente e chiaramente birseaque; e non è vero, come affermò il Rossetti, che «la sola B in principio ed una consonante col segno d’abbreviazione in fine vi sono leggibili, mentre il resto non distinguesi piú» (onde supplí di suo arbitrio Barcaea per arva).
  2. Quello rappresentato dall’ultima revisione del ms. originale del Bucc. carm. e seguito nel mio testo in questo volume. Per un criterio di coerenza ho dovuto introdurre le modificazioni seguenti: y invece d’i nelle voci Ytalie 1 (ma lo stesso O reca Ytalie 39, ytali 127 e 154), sidus 3, 93 e 157, sirene 78, Pierydes 108, Nise 119, citaris 134, birsea 164; i invece d’y, Thetys 50, Bayas 77, Pierydes 108, Eneydos 181; h inserito, catena 30 e 170, corus 51, 108 e 139, pulcram 60 e 114, citaris 134; h soppresso, chalamis 120, exhusta 165; tt in luogo di ct, actica 15 e forme del verbo mittere (permictant 4, emictunt 72 e 79, emictet 135); altre variazioni: sociata e non sotiata 17 e 51, quicquam e non quidquam 27, assumpta e non assunta 40, oppletus e non obpletus 47, caput e non capud 50 (ma caput in O 88), sculptum e non scultum 80, Phebi e non Febi 131.
  3. Nel v. 111 l’errore è rimasto, ma attenuato (sŭplicanter). La stampa Rossetti corresse ne rogis 74 in neve rogis e conservò tutte le altre lezioni.