Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/331

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nota 325


VI. — Ancora in ZL, dove figura (c. 50 v) con un’intitolazione nella quale piú tardi furono, al solito, abrasi gli elementi del nome dello scrittore1. Ultima nella serie dei tempi e prima in ordine di trascrizione2, ebbe comuni le fortune con le sue quattro sorelle: fu dunque data in luce dal Ciampi, relegata tra le dubbie dal Corazzini, riprodotta abbastanza bene dal Traversari3. Il testo di essa non richiede grandi cure, come quello cui bastano appena due emendamenti: expiratos 12712 suona nel ms. expirati (ma deve concordare con spiritus acc. plur.4), e sedes 12825 fu suppl. da me, perché questo termine, o magari domos o anche res5, è imperiosamente chiamato dal superstite aggettivo proprias ed è indispensabile al contesto6. Modificazioni ortografiche: ymitetur 12820 128 20, ms. imitetur (ma cfr. ymitabas 11824); Nysum 12719, ms. Nisum (cfr. 11523); sollicitudine 12724, ms. solicitudine (cfr. sollicito 11222); ymo 1286, ms. ymmo (contro ymo 12721, e cfr. p. 323).

La lettera è del 1348, non solamente dei primi mesi, ma addirittura del gennaio7.

VII. — Questo frammento si trova in un altro celebre zibaldone boccaccesco, il ms. giá Magliabechiano ora II ii 327 della



  1. Delle prime tre parole non resta nulla; con l’impiego di un reagente lo Hecker (op. cit., p. 37) scorse Io... decer... do.
  2. Fu trascritta anch’essa evidentemente per conservarne la copia, e però poco tempo dopo la sua composizione, come le prime quattro (qui, p. 313), ma parecchi anni piú tardi. Per allogarla il Bocc. usufruí di una facciata che ZL gli offriva ancora disponibile; di qui la fortuita precedenza.
  3. Le lett. cit., pp. 49-52. Un errore di lettura, giá rilevato dal Sabbadini (Rendic., p. 326; Giorn. stor., LXVI, p. 410), fu in ore per more 12713, ch’è certissimo.
  4. expirati, benché errata, è lezione paleograficamente certa (cfr. invece Traversari, p. 50, n. 1).
  5. A res pensò il Traversari (p. 52, n. 3), senza per altro introdurlo nel testo.
  6. Il Sabbadini trovò che non manca niente, a patto che «s’integri il pensiero con domos» (Rendic. cit., p. 326): ma non basta l’integrazione con un semplice atto mentale. Con le parole «proprias revisuri» il Parodi, per ciò che riguarda il cursus, volle congiunto anche «dignissime», ossia gli piacque di far finire la clausola precedente con un planus (cfr. Osservaz. cit., p. 240); è invece preferibile per il senso l’interpunzione data dal Traversari (e triúmpho digníssime è un tardus regolare).
  7. Per la data cfr. Hortis, Studj cit., p. 8, n. 3; Traversari, p. 37 e n. 1 (prima dice l’ep. «della fine del ’47», poi in nota la fa «dei primi mesi del 1348», e questo stesso millesimo appone al testo, p. 52). I preparativi militari dell’Ordelaffi per raggiungere il re Lodovico d’Ungheria, ai quali accenna il Bocc., debbono necessariamente aver avuto luogo tra il 16 dicembre 1347 e il 5 febbraio ’48, ossia tra la partenza del re da Forlí e quella dell’Ordelaffi da Cesena: di qui la determinazione del gennaio come data della lettera.