Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/341

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nota 335


L’ep. del Bocc. richiese alcuni pochi e facili emendamenti: Petrarce 1446, ms. Petracce non conforme all’uso boccaccesco1; expectassem ivi22, ms. expectasse: emendamento del primo editore; Patavum ivi23, e cosí 14529 1463, ms. Pactanum (nell’ultimo luogo, Patanum); immanes 14523, ms. immanos; ire ivi29, ms. me che non dá senso, a meno che non si consideri il passo come difettivo e non si supplisca, p. es., ferre: preferisco il supposto di uno scambio, paleograficamente facilissimo, nella trascrizione2; ut 14610, ms. cum ut, ma al cum non risponde alcun verbo, e perciò o fu scritto fuori di posto (e doveva essere espunto) o reggeva una parola che fu sbadatamente ommessa3: anche qui mi attengo alla prima alternativa; maiis ivi13, ms. mais4.

La lettera è certo del 13625; la prima di Barbato sará stata scritta qualche settimana avanti il 13 maggio, la replica sará di qualche settimana posteriore6.

XII. — E veniamo a questa conosciutissima e tanto discussa tra le lettere boccaccesche. Della sua redazione originale non è sopravvissuto (o almeno per ora non si conosce) che un miserrimo lacerto, corrispondente alle ultime righe del testo e conservatosi in un foglio membranaceo scritto da un’unica facciata e per sole quattordici righe (che son quelle, appunto, salvatesi) presumibilmente sulla fine del Trecento. Il lacerto, piú tardi piegato in due per costituire con esso le guardie di un libro a stampa, appartiene al prof. F. Patetta, che lo fece conoscere agli studiosi nel 19207.



  1. E Petraccam, forma egualmente da me non accolta, ha il ms. anche nella replica di Barbato (33410). Ivi pure le grafie trasmiserat e incongnitis.
  2. Il Vattasso stampò me senz’altro.
  3. P. es., scriberem. Ma il primo editore lasciò andare cum ut e non avvertí nulla.
  4. Il Vattasso emendò malamente Pridie 14512 in Die, e lasciò correre quibusnam per quibusdam ivi13. Delle grafie del ms. non accettai porressisset 14514 e contrasserat ivi27 (che però non sono del tutto alieni dalle consuetudini del Nostro: cfr. essistere qui, p. 327, n. 6), trasmiserat 1461, immo 1451 (ma imo ivi16), dapno ivi24. Heu ivi3 fu da me sostituito a Hei, perché questa forma non mi risulta documentata dagli autografi boccacceschi.
  5. Cfr. Vattasso, p. 24.
  6. Troppo corto mi sembra il termine lasciato nei due casi dal Vattasso, per il quale la prima è «dell’Aprile o dei primi di Maggio del 1362» (p. 18) e la seconda sarebbe stata scritta «verso la fine di Maggio o sui primi di Giugno» (p. 29). La corrispondenza epistolare non poteva essere tanto sollecita nel secolo XIV.
  7. Frammento del testo lat. dell’Ep. del Bocc. a Franc. Nelli, nella Miscel-