Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/349

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nota 343

il terzo ancora quattrocentesco1. Una certa affinitá di lezione si riscontra tra il primo (LS) e il secondo (N): tuttavia la somiglianza non implica interdipendenza, visto che ognuno dei due testi ha qualche cosa che manca al compagno; e d’altra parte, anche il Laur. presenta errori comuni ai due primi, cosí che possiamo insomma conchiudere che i tre apografi risalgono per vie diverse ad una fonte unica, che non era la missiva originale ma una copia giá inquinata d’errori2.

L’ep. fu stampata la prima volta per intero dal Ciampi3 e poi riprodotta con peggioramenti dal Corazzini. Il mio testo è condotto principalmente su LS e poi sulla lezione comune ad esso e ad N, pur senza aver io rinunziato a giovarmi anche del terzo ms., e specialmente di certi suoi errori. Ecco le osservazioni a cui la ricostruzione critica dá luogo: hoc 1776, da LS e dal Laur. XC (N legge hec); obloquentium ivi8, mss. eloquentium4; venetos ivi9, LS ed N hanno venatos, giá emend. delle stampe; melius ivi16, suppl. sul Laur. XC; exoptari ivi17, dal medesimo (LS ed N rispettivamente exportari ed expotari); alteri ivi22, da LS (gli altri due, alter); ut ivi, da N (manca negli altri); nomen ivi23, suppl. da me; est ivi, dal solo LS; possit ivi30, dal Laur. XC (LS ed N risp. posset e potest); hec ivi31, da LS; cum mansuetus, tum 1781, mss. mansuetus cum (N, anzi, et mans. c.); le stampe corressero solo cum in tum; ut ivi2, suppl. da me5; meus amicus ivi, da LS (gli altri due amicus meus); quod bonum ei ivi3, da LS (gli altri due quod illi boni); intuear ivi6 omesso, da LS, suppl. sul Laur. XC6; liberalitate ivi6, da N e dal Laur. XC (LS ha libertate); vi ab accipitre ivi10, lezione di N e del Laur. XC (LS ha in accipitre); scolas gramaticalium ivi11, lezione di N (LS reca invece scolis gramaticalibus, e scolis anche l’altro Laur.); etsi parum adhuc ivi12, da N



  1. L’ep. reca rispettivamente queste intitolazioni: Insigno (sic) viro magistro Petro de Rethorica per Bocatium, Magistro Petro de Rectoricha per Io. Boccaccio (sic) e Iohannis Bochaccii magistro Petro bononiensi grammatica profexori.
  2. Il Laur. XC inf. 14 ha in particolare, di suo, qualche velleitá di emendamenti lessicali e grammaticali (p. es., se meliorem effici (!) invece di melior effici 17717, eidem inv. di sibi 17819, affectio inv. di affectus ivi24).
  3. Monum.2 cit., pp. 511-4.
  4. In LS prima fu scritto invidentium per effetto di ripetizione, poi surrogato in margine eloquentium.
  5. Le stampe mutarono invece in ut il tu che segue.
  6. La lezione di N non si può conoscere, perché qui la scrittura è distrutta da una macchia d’umiditá.