Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/360

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354 nota

XXXIV 491; piú tardi la riprodusse il Corazzini, che ne collazionò la lezione su quel codice e sul Laur. XXXIX 26 da noi ben conosciuto qui addietro2. Il ms. L assegna all’ep. la data del 10 ottobre, contro l’altro che reca invece quella del 5 maggio; inoltre il primo dei due tralascia il tratto da Sancti Geminiani 2215 in poi, sostituendolo con un «etc.», mentre il Laur. XXXIV dá la lettera per intero sino alla fine. Ora, le differenze in questione (ed altre di minor conto sparse nel testo) non sono accidentali e individuali, ma rispondono alle caratteristiche di due sottofamiglie della tradizione manoscritta, le quali risalgono per altro ad un capostipite unico giá contaminato da qualche errore3. Gioverá pertanto tener sotto mano un rappresentante di ciascuna: e a tale ufficio, dopo maturo esame, vengono assunti S, che va in ischiera con L4, ed il Laur. XXXIV, che s’affianca al noto O5; la lezione comune non dá luogo a discussione, le divergenze sí, e di queste passo ad intrattenermi brevemente.

Premesso che l’invio è stato per necessitá cercato fuori di S,



  1. Dissertatio historica de ducentis celeberrimis Augustinianis scriptoribus, Roma, 1704, p. 262 sgg. (il ms. vi è erroneamente indicato con la segnatura «Plut. 34, n. 29»).
  2. Op. cit., p. 267, n. 1; sul Laur. XXXIV cfr. qui, p. 265, e sull’altro (dal Cor. malamente designato come «Codice 26, Pluteo 38»), p. 262 sg.
  3. In esso, per riferirmi a lezioni che tra poco avrò a ricordare, marinos 2197 appariva storpiato in maris unus, terrores ivi9 era germogliato in terrore se con la conseguente iterazione del rifless. se, hec ivi24 si era mutato in hoc.
  4. L’ep. è nella prima sezione di S (cfr. qui, p. 327 e n. 7), alle cc. 1 r- 3 r; precede il titolo seguente: Viri preclarissimi atque poete insignis Iohannis Bochaccii de Certaldo epistola explanatoria eglogarum in carmine suo buccolico ad honorandum virum ac sacre theologie doctorem magistrum Martinum de Signa ordinis Heremitarum sancti Augustini (identicamente in L, c. 51 r, solo che qui il cognome del Nostro è Boccaccii e dopo de Signa segue de Florentia).
  5. Su O cfr. qui, p. 300; l’ep. non reca l’incipit, ma si chiude (c. 63 r) con la nota seguente: «Suprascripta epistola per ipsum dominum Iohannem poetam eximium transmissa fuit reverendo viro fratri Martino de Signa ordinis Heremitarum sacre theologie magistro egregio». Del ms. Laur. è assai rozza la patina ortografica; il testo di O presenta qualche omissione e aggiunta di parole per effetto di sbadataggine del Silvestri che lo scrisse, e soprattutto una curiosa illecita intromissione nel pensiero del Bocc. per far cambiare il giudizio ch’egli dá dei fiorentini. Invece di «verum in bellicis nil valemus» 21817, O (dopo aver sostituito «ytalicorum» a «florentinorum» e «sunt» a «sumus», e dopo aver postillato in margine: «alias florentinorum et melius») scrive: «quamquam et re, cum res urget, effectuosissimi»! Si noti anche l’inserzione arbitraria di una longa chiosa sull’Acciaiuoli dopo le parole «ubi de amicitia» 21716.