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CAPITOLO XLV. 183

Ognora che la sua bella figura
     50Disïava vedere, amor facea
     Di ciò contenta la mia mente scura,
Rendendo lei umil quand’io volea:
     E questo più m’accendeva vedendo
     Che ’l mio disio adempier si potea,
55Nè per lei rimaneva, ma sentendo
     Forse maggior periglio, consentia
     Che io avanti mi stessi piangendo,
E grazïosa mostrandosi e pia
     Verso di me con sua benignitate
     60In conforto tenea la mente mia;
Lungamente seguendo sua pietate,
     Ora in avversi ed ora in grazïosi
     Casi reggendo la mia volontate.
Sollecito del tutto mi proposi
     65Di pur sentire l’ultima possanza,
     Che in loro hanno i termini amorosi.
Ver è, che molto prolissa speranza
     Mi tenne in questa via, non però tanto
     Che ’l mio proposto gisse in oblianza.
70Alla seconda con sospiri e pianto,
     Quando con festa, sempre seguitai
     Il mio proponimento, infino a tanto
Sottilmente guardando m’avvisai,
     Che la Donna pensava terminare
     75Con savio stile i disïosi guai.
Però alquanto io mi lasciai il pensare,
     Dicendo tosto: credo provveduto
     Fia da costei il mio grave penare;