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Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/193

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novella prima 189

avesse; poi andò per altre bisogne del monistero, e lui lasciò. Il quale lavorando l’un dí appresso l’altro, le monache incominciarono a dargli noia ed a metterlo in novelle, come spesse volte avviene che altri fa de’ mutoli, e dicevangli le piú scellerate parole del mondo, non credendo da lui essere intese: e la badessa, che forse estimava che egli cosí senza coda come senza favella fosse, di ciò poco o niente si curava. Or pure avvenne che costui un dí avendo lavorato molto e riposandosi, due giovanette monache che per lo giardino andavano s’appressarono lá dove egli era, e lui che sembiante facea di dormire cominciarono a riguardare. Per che l’una, che alquanto era piú baldanzosa, disse all’altra: — Se io credessi che tu mi tenessi credenza, io ti direi un pensiero che io ho avuto piú volte, il quale forse anche a te potrebbe giovare. — L’altra rispose: — Di’ sicuramente, ché per certo io nol dirò mai a persona. — Allora la baldanzosa incominciò: — Io non so se tu t’hai posto mente come noi siamo tenute strette, né che mai qua entro uomo alcuno osa entrare, se non il castaldo che è vecchio e questo mutolo: ed io ho piú volte a piú donne che a noi son venute udito dire che tutte l’altre dolcezze del mondo sono una beffa a rispetto di quella quando la femina usa con l’uomo. Per che io m’ho piú volte messo in animo, poi che con altrui non posso, di volere con questo mutolo provare se cosí è: ed egli è il miglior del mondo da ciò costui, ché, perché egli pur volesse, egli nol potrebbe né saprebbe ridire; tu vedi che egli è un cotal giovanaccio sciocco, cresciuto innanzi al senno. Volentieri udirei quello che a te ne pare. — Oimè! — disse l’altra — che è quel che tu di’? Non sai tu che noi abbiamo promessa la virginitá nostra a Dio? — Oh! — disse colei — quante cose gli si promettono tutto il dí, che non se ne gli attiene niuna! Se noi gliele abbiam promessa, truovisi un’altra o dell’altre che gliele attengano. — A cui la compagna disse: — O se noi ingravidassimo, come andrebbe il fatto? — Quella allora disse: — Tu cominci ad aver pensiero del mal prima che egli ti venga; quando cotesto avvenisse, allora si vorrá pensare: egli ci avrá mille modi da fare, sí che mai non si saprá, pur che noi medesime