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Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/267

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novella decima 263

avrebbono alle pecore insegnato rimettere il diavolo in inferno non peggio che Rustico facesse ad Alibech; e per ciò non ne chiamate lupi, dove voi state pecore non siete: tuttavia, secondo che conceduto mi fia, io reggerò il regno commesso. — A cui Neifíle rispose: — Odi, Filostrato: voi avreste, volendo a noi insegnare, potuto apparar senno come apparò Masetto da Lamporecchio dalle monache e riaver la favella a tale ora che l’ossa senza maestro avrebbono apparato a sufolare. — Filostrato, conoscendo che falci si trovavano non meno che egli avesse strali, lasciato stare il motteggiare, a darsi al governo del regno commesso cominciò: e fattosi il siniscalco chiamare, a che punto le cose fossero tutte volle sentire, ed oltre a questo, secondo che avvisò che bene stesse e che dovesse sodisfare alla compagnia, per quanto la sua signoria dovea durare, discretamente ordinò; e quindi, rivolto alle donne, disse:

Amorose donne, per la mia disavventura, poscia che io ben da mal conobbi, sempre per la bellezza d’alcuna di voi stato sono ad Amor suggetto, né l’essere umile né l’essere obediente né il seguirlo, in ciò che per me s’è conosciuto, alla seconda in tutti i suoi costumi m’è valuto che io prima per altro abbandonato e poi non sia sempre di male in peggio andato, e cosí credo che io andrò di qui alla morte: e per ciò non d’altra materia domane mi piace che si ragioni se non di quello che a’ miei fatti è piú conforme, cioè di coloro li cui amori ebbero infelice fine, per ciò che io a lungo andar l’aspetto infelicissimo, né per altro il nome per lo quale voi mi chiamate, da tale che seppe ben che si dire, mi fu imposto. — E cosí detto, in piè levatosi, per infino all’ora della cena licenziò ciascuno.

Era sí bello il giardino e sí dilettevole, che alcuna non vi fu che eleggesse di quello uscire per piú piacere altrove dover sentire: anzi, non faccendo il sol giá tiepido alcuna noia a seguire, i cavriuoli ed i conigli e gli altri animali che erano per quello e che a lor sedenti forse cento volte, per mezzo loro saltando, eran venuti a dar noia, si dierono alcune a seguitare. Dioneo e la Fiammetta cominciarono a cantare di messer