Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/297

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novella seconda 293

e lá venutosene e riconosciutolo, dopo molte novelle, con lui trovò modo che, se egli non volesse che a’ cognati di lei il desse, gli facesse venire cinquanta ducati; e cosí fu fatto. Ed appresso questo, disiderando frate Alberto d’uscir di quindi, gli disse il buono uomo: — Qui non ha modo alcuno, se giá in un non voleste. Noi facciamo oggi una festa, nella quale chi mena uno uomo vestito a modo d’orso e chi a guisa d’uom salvatico e chi d’una cosa e chi d’un’altra, ed in su la piazza di San Marco si fa una caccia, la qual fornita, è finita la festa: e poi ciascun va, con quel che menato ha, dove gli piace; se voi volete, anzi che spiar si possa che voi siate qui, che io in alcun di questi modi vi meni, io vi potrò menare dove voi vorrete; altramenti non veggio come uscirci possiate che conosciuto non siate: ed i cognati della donna, avvisando che voi in alcun luogo quinc’entro siate, per tutto hanno messe le guardie per avervi.— Come che duro paresse a frate Alberto l’andare in cotal guisa, pur per la paura che aveva de’ parenti della donna vi si condusse, e disse a costui dove voleva esser menato: e come il menasse, era contento. Costui, avendol giá tutto unto di mèle ed empiuto di sopra di penna matta, e messagli una catena in gola ed una maschera in capo, e datogli dall’una mano un gran bastone e dall’altra due gran cani che dal macello avea menati, mandò uno al Rialto che bandisse che chi volesse veder l’agnol Gabriello andasse in su la piazza di San Marco: e fu lealtá viniziana questa. E questo fatto, dopo alquanto il menò fuori e miselsi innanzi, ed andandol tenendo per la catena di dietro, non senza gran romore di molti che tutti dicean: — Che sè quel? che sè quel? — il condusse in su la piazza, dove, tra quegli che venuti gli eran dietro e quegli ancora che, udito il bando, dal Rialto venuti v’erano, erano gente senza fine. Questi, lá pervenuto, in luogo rilevato ed alto legò il suo uom salvatico ad una colonna, sembianti faccendo d’attender la caccia; al quale le mosche ed i tafani, per ciò che di mèle era unto, davan grandissima noia. Ma poi che costui vide la piazza ben piena, faccendo sembianti di volere scatenare il suo uom salvatico, a frate Alberto trasse la maschera dicendo: — Signori,