Pagina:Boccaccio - Decameron I.djvu/381

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novella sesta 377

lui teneramente cominciò a piagnere. Bernabuccio di presente mandò per la madre di lei e per altre sue parenti e per le sorelle e per li fratelli di lei, ed a tutti mostratala e narrando il fatto, dopo mille abbracciamenti, fatta la festa grande, essendone Giacomino forte contento, seco a casa sua ne la menò. Saputo questo il capitano della cittá, che valoroso uomo era, e conoscendo che Giannole, cui preso tenea, figliuolo era di Bernabuccio e fratel carnal di costei, avvisò di volersi del fallo commesso da lui mansuetamente passare: ed intromessosi in queste cose, con Bernabuccio e con Giacomino insieme, a Giannole ed a Minghino fece far pace, ed a Minghino con gran piacer di tutti i suoi parenti diede per moglie la giovane, il cui nome era Agnesa, e con loro insieme liberò Crivello e gli altri che impacciati v’erano per questa cagione; e Minghino appresso lietissimo fece le nozze belle e grandi, ed a casa menatalasi, con lei in pace ed in bene poscia piú anni visse.

[VI]

Gian di Procida trovato con una giovane amata da lui, e stata data al re Federigo, per dovere essere arso con lei è legato ad un palo; riconosciuto da Ruggeri dell’Oria, campa e divien marito di lei.


Finita la novella di Neifile, assai alle donne piaciuta, comandò la reina a Pampinea che a doverne alcuna dire si disponesse; la qual prestamente, levato il chiaro viso, incominciò:

Grandissime forze, piacevoli donne, son quelle d’Amore, ed a gran fatiche ed a strabocchevoli e non pensati pericoli gli amanti dispongono, come per assai cose raccontate ed oggi ed altre volte comprender si può: ma nondimeno ancora con l’ardire d’un giovane innamorato m’aggrada di dimostrarlo.

Ischia è una isola assai vicina di Napoli, nella quale fu giá tra l’altre una giovanetta bella e lieta molto, il cui nome fu Restituta, e figliuola d’un gentile uom dell’isola che Marin