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Pagina:Boccaccio - Fiammetta di Giovanni Boccaccio corretta sui testi a penna, 1829.djvu/199

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CAP. VIII.


Nel quale Madonna Fiammetta le pene sue con quelle di molte antiche donne commensurando, le sue maggiori che alcune altre essere dimostra, e poi finalmente a’ suoi lamenti conchiude.


Sono adunque, o pietosissime donne, rimasa in cotale via, qual voi potete nelle cose udite presumere; e tanto opera più verso me che l’usato il mio ingrato signore, che quanto più vede la speranza da me fuggire, tanto più con disiderii soffiando nelle sue fiamme, le fa maggiori; le quali come crescono, così le mie tribulazioni s’aumentano; ed esse mai da unguento debito non essendo allenite, più ognora inaspriscono e, più aspre, più affliggono la trista mente. Nè dubito che ad esse secondo il loro còrso seguendo, che già esse alla mia morte da me tanto per addietro disiderata con dicevole modo avessero aperta la via; ma avendo io ferma speranza posta di dovere, come già dissi, nel futuro viaggio rivedere colui che di ciò m’è cagione, non di mitigarle m’ingegno, ma piuttosto di sostenerle. Alla qual cosa fare solo un modo possibile ho trovato intra gli altri, il quale è le mie pene con quelle di coloro che sono dolorosi passati commensurare, e in ciò mi seguitano due acconci: l’uno è che sola nelle miserie non mi veggio nè prima, come già confortandomi la mia nutrice mi disse; l’altro è che, secondo il mio giudicio, compensata ogni cosa degli altrui affanni, li miei ogni altri trapassare di gran lunga