Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/31

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ritrarre da sì fatte imprese con paura; e convocati nel suo conspetto gl’infernali ministri, disse: Compagni, voi sapete che Giove non dovutamente degli ampi regni, i quali egli possiede, ci privò, e diedeci questa strema parte sopra il centro dell’universo a possedere, e in dispetto di noi creò nuova progenie, la quale i nostri luoghi riempisse. Noi ingegnosamente li sottraemmo, sì che noi volgemmo i loro passi alle nostre case: e Egli ancora, non parendogli averci tanto oltraggiato, mandò il suo Figliuolo a spogliarcene, al quale non potendo noi resistere, ci spogliò, e dopo tutto questo fece aveduti gli abitanti della terra de’ nostri lacciuoli, e donò loro armi con le quali essi leggiermente le nostre spezzano. E che noi di questi oltraggi ci andiamo a vendicare sopra di lui, il salire in su c’è vietato, e Egli è più possente di noi: però ci conviene pur con ingegno il nostro regno aumentare, e fare di riavere ciò che per adietro abbiamo perduto. Tra l’altre cose che il Figliuolo di Giove lasciò in terra al suo popolo, a noi più contraria, fu continuo essercizio, al quale del tutto si vuole intendere da noi, acciò che si spenga con volonteroso ozio delle loro menti, e li romani massimamente, i quali, quasi agli altri principali, hanno questo essercizio molto impreso, e quasi ogni gente da loro lo ’mprende. Ond’io ho proposto di volerli almeno ritrarre dall’andare li strani templi visitando, con paura; e questo sanza fallo mi verrà fatto troppo bene sopra gran quantità d’essi, che ora al tempio che sopra l’ultime piagge di Speria dimora, vanno, sopra i quali io vendicherò la mia ira, e voi siate intenti di fare il simigliante ovunque voi ne sentite alcuno -.