Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 1, 1829.djvu/363

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surge sopra l’orizonte: allora Zeffiro levandosi fresco aiuterà il tuo cammino, e il mare, lasciato il suo orgoglio, pacifico si lascerà navicare. Deh, non vedi tu tempo ch’egli è? Tu puoi vedere ad ora ad ora il cielo chiudersi con oscuro nuvolato, e levandoci la vista de’ luminosi raggi di Febo, di mezzo giorno ne minaccia notte: e poi di quelli puoi udire solversi terribilissimi tuoni e spaventevoli corruscazioni e infinite acque. E tu ora vuoi i non conosciuti regni cercare, ne’ quali se tu fossi, non saria tempo di partirtene per tornare qui? Deh, or non ti muove a rimanere la pietà del tuo vecchio padre, il quale vedi che del dolore che sente di questa partita si consuma tutto? Non ti muove la pietà di me, tua misera madre, la quale ho de’ miei occhi per te fatte due fontane d’amare lagrime? Oimè, caro figliuolo, rimani. Ove vuoi tu ire? Tu vuoi cercare quello che tu non hai, per lasciare quello che tu possiedi, nè forse avrai già mai! Tu vuoi cercare Biancifiore, la quale non sai ove si sia: e se pure avvenisse che tu la trovassi, chi credi tu che sia colui che a te forestiero e strano la rendesse? Non credi tu che le belle cose piacciano altrui come a te? Chiunque l’avrà, la terrà forse non meno cara che faresti tu. Lasciala andare, e diventa pietoso a stanza de’ miei prieghi. E se tu non vuoi di noi aver pietà, increscati di te medesimo e de’ tuoi compagni, e non vogliate in questo tempo abandonarvi alle marine onde, le quali niuna fede servano, avvegna che esse con li loro bianchi rompimenti mostrano le tempeste ch’elle nascondono; e i venti similemente sanza niuno ordine trascorrono, ora l’uno ora l’altro, e fanno strani e pericolosi ravolgimenti di loro in mare,