Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/107

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con aperta ragione credere che l’ultimo cavaliere, non per amore che alla donna portasse, ma, invidioso del bene che all’altro vedea apparecchiato, per isturbare quello, si mosse a tale impresa, e misvennegli? Folle è chi sotto colore di nemico s’ingegna di giovare per ricever merito. Infinite sono le vie per le quali possibile ci è con aperta amicizia poter mostrare l’amore che alcuno porta ad alcuno altro, sanza mostrarsi nemico, e poi con colorate parole voler mostrare d’aver giovato. Basti oramai per risponsione ciò che detto avemo a voi, il quale la lunga età dee più che gli altri fare discreto. Crediamo che quando queste poche parole per la mente debitamente avrete digeste, troverete il nostro giudicio non fallace, ma vero e da dovere essere seguito -. E qui si tacque.

Seguiva poi una donna onesta nell’aspetto molto, il cui nome Graziosa è interpetrato: e veramente in lei è il nome consonante all’effetto; la quale con umile e modesta voce cominciò queste parole: A me, o bella reina, viene il proporre la mia questione, la quale, acciò che il tempo che oramai alla lasciata festa s’apresta, e fassi dolce a ricominciarla, non si metta solo in sermone, assai brievemente porrò; e se licito mi fosse, volontieri sanza porla mi passerei, ma per non trapassare la vostra obedienza e degli altri l’ordine, porrò questa: qual sia maggiore diletto all’amante, o vedere presenzialmente la sua donna, o, non vedendola, di lei amorosamente pensare -.

- Bella donna - disse la reina, - noi crediamo che molto