Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/108

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più diletto pensando si prenda che riguardando, però che, pensando alla cosa amata graziosamente, gli spiriti sensitivi tutti allora sentono mirabile festa, e quasi i loro accesi disii in quel pensiero con diletto contentano; ma nel riguardare, ciò non avviene, però che solo il visuale spirito sente bene, e gli altri accende di tanto disio che sostenere nol possono, e rimangono vinti: e esso talora tanta parte prende del suo piacere, che a forza gli conviene indietro tirarsi, rimanendo vile e vinto. Dunque più diletto terremo il pensare -.

- Quella cosa ch’è amata - rispose la donna - quanto più si vede più diletta: e però io credo che molto maggior diletto porga il riguardare che non fa il pensare, però che ogni bellezza prima per lo vederla piace, poi per lo continuato vedere nell’animo tale piacere si conferma, e generasene amore e quelli disii che da lui nascono. E niuna bellezza è tanto amata per alcuna altra cagione, quanto per piacere agli occhi, e contentare quelli; dunque, vedendola, si contentano, pensandone, loro di vederla s’accresce disio: e più diletto sente chi si contenta che chi di contentarsi disidera. Noi possiamo per Laudomia vedere e conoscere quanto più il presenzialmente vedere che il pensare diletti, però che credere dobbiamo che mai il suo pensiero dal suo Protesilao non si partiva, né già per questo mai altro che malinconica si vide, rifiutando d’ornarsi e di vestirsi i cari vestimenti; quello che, vedendolo, mai non le avvenia, ma lieta e graziosa e adorna sempre e festeggiando stava, quando nella sua presenza dimorava. Che dunque più manifesto testimonio vogliamo che questo, d’allegrezza più