Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/12

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8 FILOCOLO

Onora questo luogo, perocchè quinci ancora si partirà colui che i tuoi accidenti con memorevoli versi farà manifesti agli ignoranti, e ’l suo nome sarà pieno di grazia. E tacque la santa voce, e Filocolo d’ammirazione e di letizia pieno tornò a’ compagni, e loro il consiglio degl’iddii ordinatamente recitò: e di questo contenti tutti a prendere il cibo nel salvatico luogo si disposero.

Era nel non conosciuto luogo davanti al vecchio tempio un praticello vestito di palida erba per la fredda stagione, nel quale una fontana bellissima si vedea, alle cui onde la piovuta acqua niente aveva offeso, ma chiarissima dimorava, e nel mezzo di quella a modo di due bollori si vedea l’acqua rilevare: alla quale Filocolo, uscito del tempio, e appressandovisi, gli piacque così chiara vedendola, e divenne desideroso di ber di quella, e fecesi uno nappo d’argento recare: e con quello all’una delle parti si bassò sopra la fontana per prenderne, e bassato col nappo, alquanto le chiare onde dibattè. E questo facendo vide quelle gonfiare, e fra sè sentì non so che gorgogliare; e dopo piccolo spazio, il gorgogliare volgersi in voce, e dire: bastiti, chi che tu sii che le mie parti molesti con non necessario ravvolgimento, che io senza essere molestato, o molestarti, mitighi la tua sete, nè perisca il fraternale amore, perchè io che già fui uomo, sia ora fonte. A queste voci Filocolo tutto stupefatto tirò indietro la mano, e quasi che non cadde, nè i suoi compagni ebbero minor maraviglia: ma dopo alquanto spazio, Filocolo rassicuratosi così sopra la chiara fonte parlò: o chi che tu ti sii che nelle presenti onde dimori, perdonami se io t’offesi, che