Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/156

Da Wikisource.

andò l’occhio in un canto del luogo dove dimoravano, ove egli vide uno scacchiere nobilissimo e ricco appiccato; il qual veduto, disse: Sire, dilettatevi voi di giucare a scacchi, che io veggio sì bello scacchiere? -. Rispose Sadoc: Sì, molto, e tu sai giucare? -. A cui Filocolo rispose: Alquanto ne so -. Disse allora Sadoc: E giuchiamo infino a tanto che questo caldo passi, che tu possa alla città tornare -. - Ciò mi piace molto, signor mio - rispose Filocolo.

Fece adunque Sadoc in una fresca loggia distendere tappeti e venire lo scacchiere, e l’uno dall’una parte e l’altro dall’altra s’asettarono. Ordinansi da costoro gli scacchi, e cominciasi il giuoco, il quale acciò che puerile non paia, da ciascuna parte gran quantità di bisanti si pongono, presti per merito del vincitore. Giuocano adunque costoro, l’uno per guadagnare i posti bisanti, l’altro per perdere quelli e acquistare amistà. Filocolo giucando conosce sé più sapere del giuoco che ’l castellano. Ristringe adunque Filocolo il re del castellano nella sua sedia con l’uno de’ suoi rocchi e col cavaliere, avendo il re alla sinistra sua l’uno degli alfini; il castellano assedia quello di Filocolo con molti scacchi, e solamente un punto per sua salute gli rimane nel salto del suo rocco. Ma Filocolo a cui giucare conveniva, dove muovere doveva il cavaliere suo secondo per dare scacco matto al re, e conoscendolo bene, mosse il suo rocco, e nel punto rimaso per salute al suo re il pose. Il castellano lieto cominciò a ridere, veggendo che egli matterà Filocolo dove Filocolo avria potuto lui mattare, e dandogli con una pedona pingente scacco quivi il mattò, a sé tirando poi i bisanti; e ridendo disse: Giovane, tu non