Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/325

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quelli che per invidia la sua morte cercavano, pensando che se egli vivesse tutto il loro popolo trarrebbe alla vera fede da lui predicata, e essi rimarriano sanza. Pilato, il quale quivi per li romani era preside, infino alla mattina legato il tenne. La mattina, udendo che galileo fosse, il mandò ad Erode, il quale, disideroso di vederlo, poi a Pilato, vedutolo, il rimandò; e stato lungamente suo nimico, per questo, suo amico è ritornato. Pilato non trovando in lui alcuna colpa, il volea lasciare, ma il gridante popolo lo spaventava, ond’egli, fattolo flagellare duramente, credendo che ciò bastasse, il volle loro rendere, i quali gridando la sua morte, a quella il condussero e in croce in mezzo a due ladroni il crocifissero, schernendolo e dandogli aceto e fiele a bere con una spugna: sopra la quale egli morì. Quello che, morendo costui, avvenne, ascoltatelo: elli tremò la terra fortissimamente; le pietre, sanza essere tocche, si spezzarono in molte parti; il velo del tempio di Salamone si divise per mezzo; i monumenti aprirono, e molti corpi risuscitarono; il sole oscurò, essendo la luna in quintadecima, e tutta la terra universalmente sostenne tenebre per più ore: le quali cose Dionisio veggendo, essendo in Attene, e della vostra setta, disse: "O il signore della natura sostiene ingiuria o tutto il mondo perirà". E Longino, cieco cavaliere, ferendo con la sua lancia il santo costato, di quello sentì sangue e acqua viva venire giù per la lancia, per che agli occhi ponendosela riebbe la vista. Centurione, stato avanti degli schernitori, vedendo queste cose, confessò lui veramente essere stato Figliuolo di Dio. Dunque dove tante e tali cose si videro, ben si puote credere colui Figliuolo