Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/326

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di Dio e Redentore a noi essere stato. Venuto il vespro, fu il beato corpo diposto della croce da Nicodemo e da Giosep di Bramanzia e con odorifere cose involto in un mondo lenzuolo, fu posto in una sepoltura, la quale da armate guardie e suggellata fu guardata, acciò che i suoi discepoli, i quali tutti abandonato l’aveano, quando fu preso, non venissero e furasserlo, e poi dicessero: "Risuscitato è". Ma la santa anima sì tosto com’ella il corpo abandonò, così discese all’etterna prigione e rotte le porti della potenza dell’antico avversario, trasse i santi padri, i quali in lui venturo debitamente credettero, e, aperta la celestiale porta infino a quel tempo stata serrata, nella gloria del suo Padre gli mise. Poi al terzo dì ritornando al vero corpo, con quello veramente risuscitò, e più volte apparve e a suoi discepoli e ad altrui. E dopo il quarantesimo giorno, vedendolo tutti i discepoli suoi e la sua madre, se ne salì al cielo, faccendo loro nunziare che ancora a giudicare i vivi e i morti ritornare dovea. E dopo il decimo giorno tutti del Santo Spirito gl’infiammò, per lo quale ogni scienza e ogni locuzione di qualunque gente fu loro manifesta: e predicando la santa legge, tutti per diverse parti del mondo andarono -.

- Ora - disse Ilario - avete udito quello che noi crediamo, adoriamo e la cui legge serviamo. Udito avete la cagione della sua incarnazione, la quale né per angelo né per altra creatura si potea supplire se non per questa. Udito avete la gloriosa natività come fosse, e la concezione. Udito avete la laudevole e virtuosa e miracolosa vita di lui. Udito avete l’affannosa e vituperosa fine e cruda morte ch’egli per noi sostenne; e similemente la pia