Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/338

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guisa di serva la sua madre fosse alla tua donata: ella fu del più nobile sangue di questa città creata, sì come de’ troiani Iulii, e il padre fratello di costoro, in casa cui tu tacitamente dimori, trasse origine dal magnanimo Scipione, l’opere e la nobiltà del quale risonarono per tutto l’universo. E acciò che tu non creda che io forse meno che ’l vero ti dica, tu il vedrai. Egli è in questa città patrizio Bellisano, figliuolo di Giustiniano imperadore de’ romani, il quale alla cattolica fede, come avanti ti dissi, tornò, non sono ancora molti anni passati, dirizzandolvi Agapito sommo pastore; il quale Bellisano è di lei congiuntissimo parente: io il farò a te benivolo, sì come colui che come padre m’ubidisce, e farollo al tuo onore sollicito, insieme con Vigilio qui sommo pontefice e vicario di Dio. Dunque confortati e spera in Dio, che il sole non vedrà l’occaso, che tu conciliato sarai co’ fratelli del tuo suocero -.

Niuno indugio pose Ilario alla sua promissione fornire; ma partito Filocolo, mandò per Quintilio e per Mennilio, i quali a lui insieme con le loro donne venire dovessero. I quali, questo udito, maravigliandosi che ciò esser volesse, prima essi e le loro donne appresso v’andarono, lasciando sola Biancifiore con Glorizia; e venuti a lui nel gran tempio, in una parte di quello così Ilario disse loro: Mirabile cosa è a’ miei orecchi pervenuta oggi, come udirete. Questa mattina andando io per questo tempio, un giovane di piacevole aspetto assai con un suo compagno, così come io, andavano; il quale io donde egli fosse dimandai. Egli mi rispose: "Spagnuolo sono". Per che io entrando in ragionamento con lui delle cose di quelli paesi, per avventura