Pagina:Boccaccio - Filocolo di Giovanni Boccaccio corretto sui testi a penna. Tomo 2, 1829.djvu/88

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per diletto: al quale, veramente, niuno, che virtuosa vita disideri di seguire, si dovria sommettere, però che egli è d’onore privatore, adducitore d’affanni, destatore di vizii, copioso donatore di vane sollecitudini, indegno occupatore dell’altrui libertà, più ch’altra cosa da tenere cara. Chi, dunque, per bene di sé, se sarà savio, non fuggirà tale signore? Viva chi può libero, seguendo quelle cose che in ogni atto aumentano libertà, e lascinsi i viziosi signori a’ viziosi vassalli seguire -.

- Io non pensava - disse allora Caleon - con le mie parole dar materia di mancamento alla nostra festa, né la potenza del nostro signore Amore, né le menti d’alcuno perturbare; anzi imaginai che, diffinendolo voi, secondo la intenzione mia e di molti altri, dovesse quelli che gli sono suggetti con forte animo a ciò confermarli, e quelli che non gli sono con disideroso appetito chiamarlivi. Ma veggio che la vostra intenzione alla mia è tutta contraria, però che voi tre maniere d’amore nelle vostre parole essere mostrate. Delle quali tre, la prima e l’ultima come voi dite consento che sia, ma la seconda, la quale rispondendo alla mia dimanda dite che è tanto da fuggire, tengo che da seguire sia da chi glorioso fine disidera, sì come aumentatrice di virtù, com’io credo appresso mostrare. Questo amore di cui noi ragioniamo, sì come a tutti può essere manifesto, però che il proviamo, adopera questo ne’ cuori umani, poi ch’egli ha l’anima alla piaciuta cosa disposta: egli d’ogni superbia spoglia il cuore e d’ogni ferocità, faccendolo umile in ciascun atto, sì come manifestamente ci appare in Marte, il quale troviamo che, amando Venere,