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88 | IL FILOSTRATO |
XXIII.
E giunto a Pandar, da lui pienamente
Intese ciò che esso far dovea;
Laonde esso assai impazïente
La notte attese, la qual gli parea
Che si fuggisse, e poi tacitamente
Con Pandar solo il suo cammin prendea
In ver là dove Griseida stava,
Che sola e paurosa l’aspettava.
XXIV.
Era la notte oscura e nebulosa
Come Troilo volea, il quale attento
Mirando andava ciascheduna cosa,
Non fosse alcuna desse sturbamento,
O poco o assai, alla sua amorosa
Voglia, la qual del suo grave tormento
Fosse sperava, ed in parte segreta,
Sol se n’entrò nella casa già cheta.
XXV.
E in certo luogo rimoto ed oscuro,
Come imposto gli fu, la donna attese;
Nè gli fu l’aspettar forte nè duro,
Nè il non veder dove fosse palese;
Ma baldanzoso con seco e sicuro
Spesso diceva: la donna cortese
Tosto verrà, ed io sarò giocondo,
Più che se sol fossi signor del mondo.